Sono molti che in questi ultimi giorni si stanno domandando se l’euro è a rischio. Ormai è chiaro a tutti che ad essere sotto pressione non sono solo i paesi come Grecia, Spagna e Italia ma l’intera eurozona. I più cospirazionisti vedono dietro a questo attacco speculativo il progetto di distruggere l’Euro e di far tornare tutti i paesi alle proprie monete nazionali. Ma al di la di queste visioni c’è un dato di fatto che va analizzato: l’euro è in grandissima difficoltà e lo sarà sempre di più nei prossimi mesi.
Non è un segreto, infatti, che i presidenti dei paesi più forti dell’eurozona (vedi Germania e Francia) hanno analizzatalo possibilità di far uscire la Grecia dalla moneta unica per gestire meglio la crisi. Ovviamente si tratterebbe di una misura estrema che difficilmente verrà posta in essere perchè potrebbe dare il via ad un graduale allontanamento che si estenderebbe anche agli altri paesi in difficoltà.
Insomma sta di fatto che se al momento non ci sono ancora elementi validi per dire che l’euro (inteso come moneta unica) sia a rischio è altrettanto vero che ci attendono, all’orizzonte, mesi molto difficili.
Secondo Goldman Sachs, tanto per citare qualche parere autorevole, la crisi del debito nei paesi del vecchio continente si sta allargando a vista d’occhio come un incendio senza che l’Europa abbia ancora pronte delle misure valide per intervenire. Credit Suisse, invece, sostiene che l’euro deve dare un segnale forte altrimenti corre il rischio di estinguersi.
Parole forti che danno il senso della gravità della situazione. Ma i problemi più grandi dei paesi dell’area euro è la mancanza di una leadership forte che possa delineare delle misure comuni e concrete per permettere a tutti i paesi dell’unione monetaria di uscire subito dalla crisi.
Reazioni troppo lente che non fanno altro che gettare altra benzina sul fuoco alimentando le fiamme della speculazione che ora si stanno accanendo sull’Italia ma già hanno individuato le prossime vittime: Spagna e Francia.
Quella che preoccupa di più è la Francia, un paese considerato la seconda potenza economica dell’euro che ora comincia a mettere paura con un differenziale che si sta spingendo oltre i massimi storici (il rapporto tra titoli di stato francesi e tedeschi è sempre superiore a 160 punti base e nei giorni scori si è spinto fino a 200 punti).
Se a questo aggiungiamo un’Italia che in tanti danno ormai prossima al default, una Spagna ad altissimo rischio, una Grecia di fatto già tecnicamente fallita non resta che salvare la Germania l’unico paese con i conti (quasi) in ordine. Insomma l’euro non è a rischio nell’immediato ma nel corso del 2012 dovrà affrontare una serie di sfide che decideranno le sue sorti.