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Male le borse europee: Milano perde il 2%

I mercati avevano illuso quanti pensavano che la spinta data dal cambio di vertice alla guida del nostro paese potesse bastare a ridare credibilità al nostro paese e far focalizzare altrove l’attenzione dei mercati. Invece già ieri lo spread è tornato a salire fino a quota 500 e la borsa ha lasciato sul terreno un pesante -2% grazie al consistente apporto di Unicredit che ha dichiarato utili in calo del 40% ed ha finito con il perdere oltre il 6%.

Tuttavia ieri Unicredit non è stata l’unica a perdere… male, anzi malissimo anche il titolo Campari che ha perso oltre il 7% nonostante abbia presentato risultati di tutto rispetto visto che nei primi 9 mesi del 2011 ha fatto registrare un +12% di vendite. Tra i titoli che hanno chiuso la giornata di ieri con il segno meno da segnalare anche Banca Popolare di Milano che ha perso il 6% circa e Fiat Industrial che ha perso il 5%.

Tra i titoli (pochi) che hanno chiuso in positivo spicca il Monte dei Paschi di Siena, che ha guadagnato l’1,57%, l’unico titolo bancario ad aver fatto registrare un risultato significativo.

Questo era ieri… ma cosa ci si deve aspettare per oggi?

Le previsioni sembrano far pensare ad un’altra giornata di passione o, comunque, ad una giornata non positiva. I titoli di stato dell’eurozona sono tornati a crescere in termini di spread con i titoli tedeschi (quelli italiani fino a quota 500 e gli spganoli sono ai limiti storici) tanto che anche le borse asiatiche hanno chiuso in netto calo così come ieri ha chiuso con il segno meno anche la borsa di New York.

C’è da aspettarsi sicuramente un’altra giornata di prudenza caratterizzata dai bassi volumi di scambio con la tendenza a monitorare la situazione dei paesi europei e, salvo news dell’ultimo minuto, non dovrebbero esserci grossi stravolgimenti.

Tuttavia molto importante sarà capire come reagiranno i mercati alle parole di Monti (che sostiene di voler verificare che ci sia la volontà di sostenere il suo governo altrimenti non accetterà l’incarico) e ai capricci dei nostri partiti che sembrano tornati a litigare per questa o quella poltrona.

Perchè una cosa è sicura: i mercati non consentiranno all’Italia ulteriori possibilità.

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