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Giovani: il 29% è senza lavoro

Continuamo a parlare di lavoro perchè gli ultimi dati diffusi dall’Istat proprio ieri parlano chiaro: la disoccupazione continua ad aumentare senza sosta. Sale all’8,3% (ad agosto era all’8%) la disoccupazione generale in Italia mentre quella giovanile arriva pericolosamente in prossimità del 30%.

A settembre, infatti, l’Istat ha registrato che ben il 29,3% dei giovani non lavora. Un dato drammatico che continua a crescere ad un ritmo non più sostenibile visto che solo il mese precedente era al 28%.

Andando ad analizzare i dati a ritroso nel tempo ci si accorge che una disoccupazione giovanile così alta non si aveva dal Gennaio del 2004. Molto male anche la situazione dell’occupazione femminile che secondo l’Istat è di ben 2 punti percentuali peggiore rispetto a quella maschile.

Tuttavia esiste ancora in Italia una visione del lavoro di vecchia concezione visto che il 48,9% delle donne risulta inattiva, ossia non solo non ha un posto di lavoro ma non lo stà nemmeno cercando. Una visione radicata nell’usanza popolare secondo cui la donna, ancora oggi, deve preoccuparsi principalmente delle faccende domestiche senza svolgere un impiego.

A rendere ancora più drammatici questi dati sull’occupazione in Italia ci pensa l’inflazione che si attesta sul 3,4% complice anche l’aumento dell’Iva al 21% varato dal governo per arginare l’effetto della crisi economica e risanare i conti pubblici.

In particolare l’Istat registra aumenti nel settore dell’abbigliamento, nel settore energetico e nei trasporti. Caso apparte quello relativo alla benzine che a Settembre fa registrare un aumento su base annua del 16,3%, un dato che più volte abbiamo denunciato e che dovrebe far riflettere.

Tuttavia è proprio il rapporto tra questi 2 aspetti quello che preoccupa di più: da un lato una disoccupazione che appare inarrestabile e che rende la condizione economica delle famiglie italiane sempre più difficile, dall’altro una continua corsa dell’inflazione che riduce il potere di acquisto bloccando, di fatto, la crescita.

Paura che viene riscontrata anche nei mercati come testimonia l’aumento dello spread tra Btp e bund tedeschi che si è registrato anche ieri con i nostri titoli di stato che hanno fatto registrare un rendimento ancora più alto di quello dei giorni scorsi: 6,16%.

Insomma un contesto molto pericoloso che richiede la massima prudenza e, sicuramente, delle misure aggiuntive per favorire fin da subito una ripresa del mercato del lavoro condizione indispensabile per avviare qualsiasi piano di risanamento dell’economia del nostro paese.

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