L’analisi effettuata dalla Eidgenoessische Technische Hochshule rivela come il 40% del fatturato mondiale sia in mano a meno di 150 aziende. Una sproporzione piuttosto emblematica, che pone al vertice della classifica la Barclays, e nei gradini intermedio e più basso del podio la Capital Group Companies e la Fmr.
Nonostante la straordinaria crescita dei mercati emergenti, inoltre, il primo gruppo cinese è solamente in 50ma posizione, con la China Petrochemical. Buona appare la partecipazione complessiva delle imprese russe, indiane e brasiliane. Deludente il trend delle compagnie italiane, che non riescono a rientrare nella top 20.
Ai margini del podio sopra accennato, troviamo la prima compagnia europea, l’assicurativa Axa. Per trovare la successiva compagnia dell’eurozona occorre poi scendere al 12mo posto, occupato dalla Deutsche Bank. Al 17mo posto figura invece il gruppo francese Natixis, mentre l’altro big tedesco, l’assicuratore Allianz, è solo in 28mo posto.
Completano la top twenty le americane State street e JP Morgan Chase, Vanguard, Wellington Management, Dranklin Resources, Walton Enterprises, Bank of New York Mellon, Goldman Sachs, T. Rowe Price e Legg Mason, la Britannica Legal and General, le svizzere Ubs e Credit Suisse.
La cavalcata dei Paesi emergenti verso le parti alte della lista sembra pertanto rinviata al prossimo anno. Se è pur vero che i big di India, Cina, Russia e Brasile stanno sormontando – in termini di sviluppo – le compagnie del mondo occidentale, è altrettanto vero che la posizione con cui sono arroccate le corporate americane ed europee sembra tenere. Ma fino a quando?