Anche Branson, il titolare dell’immenso gruppo Virgin, stà pensando seriamente di investire nelle banche inglesi ed europee. Il fantomatico proprietario del gruppo che spazia dalle palestre alle case discografiche, passando per radio e tv vuole affrontare la crisi da protagonista e ha individuato proprio nelle banche uno degli investimenti più interessanti.
Il suo interesse sarebbe ricaduto su Nothern Rock, messa in vendita dallo stato inglese, e su Lloyds Bank per cui ha presentato un’offerta che verrà valutata nelle prossime settimane. Ma a quanto pare sarebbe solo l’inizio.
Lo stesso Branson, infatti, ammette di guardare con molto interesse agli istituti di credito europei e in particolare anche con buone prospettire di investire in alcune banche italiane, giudicate molto appetibili.
L’interesse per investire in questo settore da parte del grande multimiliardario Richerd Branson è presto spiegato… in un’intervista, infatti, avrebbe affermato che a questi prezzi sarebbe studipo non comprare. In effetti come dargli torto?
Molte banche europee pur avendo una base molto solida sono quotate sui mercati su valori molto più bassi di quanto una reale valutazione farebbe ipotizzare. Basti pensare, in Italia, al caso di Unicredit banca che negli ultimi 10 anni ha effettuato molte acquisizioni ed oggi rappresenta una delle più grandi banche europee.
Be, attualmente Unicredit vale sul mercato circa 0,80 euro ad azione ma basti pensare che prima della crisi era arrivata a capitalizzare in borsa un valore circa 8 volte maggiore. Certo negli ultimi 3 anni la situazione finanziaria mondiale e, di conseguenza, del gruppo Unicredit è cambiata ma è impressionante comunque valutare la perdita che il titolo ha avuto sui mercati non riconducibile, effettivamente, ad un calo del business.
Ovviamente prima di investire nelle banche è necessaria l’analisi approfondita del titolo che si vuole acquistare che deve essere fatta in maniera molto articolata basandosi non solo sui fondamentali dell’azienda ma anche sull’aspetto psicologico e sul ruolo che avranno i possibili deafault di alcuni stati europei.
Tornando a Richard Branson è ovvio che le sue dichiarazioni facciano scalpore vista la galassia che ruota intorno a questo estroverso e brillante imprenditore ma non è certo il primo a dimostrare interesse per le banche europee.
Anche molti fondi sovrani (specialmente cinesi) stanno valutando come e dove investire intravedendo possibilità di guadagno molto interessanti. Parliamo quindi di grandi gruppi o di fondi che hanno una grande liquidità da gestire. Per quanto riguarda i piccoli, invece, la tendenza è quella di tenersi molto a distanza dagli istituti di credito nostrani considerati troppo spesso un investimento rischioso.
La paura di molti traders, infatti, è rappresentata dai troppi titoli di stato nelle casseforti delle banche nostrane e alle possibili ripercussioni sulle stesse in caso di default di alcuni stati più a rischio come la Grecia, il Portogallo o a eventuali difficoltà dello stato italiano.
Tuttavia anche le ultime decisioni prese dall’Ue che regolamentano in maniera molto più restrittiva lo Short Selling e i Cds hanno avuto un forte impatto su questa tipologia di investimento.