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Faib: a rischio chiusura 25 mila benzinai

Brutte notizie in vista per i consumatori che salvo sorprese dell’ultimo minuto si dovranno armare di molta pazienza e fare i conti con lo sciopero dei benzinai dell’8, del 9 e del 10 Novembre. La Faib (in accordo con la Fegica), infatti, ha indetto lo sciopero per protestare contro il Governo colpevole di non liberalizzare il settore.

Il problema, stando a sentire il Coordinamento nazionale delle 2 associazioni, è anche la cancellazione del bonus da parte del governo che riconosceva ai benzinai il ruolo di sostituto di imposta.

In parole povere, stando alle motivazioni di Faib Confesercenti e Fegica, sono a rischio circa 25 mila piccole imprese e oltre 140 mila posti di lavoro. Parliamo di cifre davvero molto importanti che sarebbero confermate dalla mancanza di competitività delle piccole imprese del settore messe sempre più in difficoltà e, quindi, a rischio chiusura con invitabili ripercussioni sul mondo del lavoro.

Una brutta gatta da pelare per il governo visto che il nostro paese di certo non si può permettere un ulteriore perdita di posti di lavoro visto che siamo costretti a fare i conti con una disoccupazione che continua a crescere specialmente tra i più giovani. Una situazione molto grave come testimoniano anche le continue richieste di informazioni che ci arrivano circa le domande per la disoccupazione ordinaria.

Tornando allo sciopero, per quanto riguarda l’azzeramento dell’abbattimento forfettario i benzinai, in particolare lamentano il disinteresse del governo per una categoria che ogni anno incassa, custodisce e versa circa 35 miliardi di euro di tasse a proprio rischio e pericolo.

Per i consumatori, quindi, si prospettano mesi di fuoco visto che lo sciopero dei benzinai dell’8, 9 e 10 Novembre 2011 è solo il primo blocco di chiusure a cui ne seguiranno altri 12 se le parti non arriveranno ad un accordo.

Al di la delle motivazioni (validissime) delle associazioni dei benzinai per i consumatori si potrebbe definire la beffa dopo il danno: già perchè ai continui aumenti (l’ultimo è di questa settimana con la verde a più di 1,62 euro) che hanno spinto la benzina su livelli altissimi si aggiunge la beffa del disagio di uno sciopero che sembra essere inevitabile.

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