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Nuove norme UE per Short selling e Cds

Novità per quanto riguarda il mondo degli investimenti: è stato raggiunto, infatti, l’accordo tra Parlamento Europero, Consiglio e Commissione sulla nuova regolamentazione che a partire da Luglio 2012 permetterà forti restrizioni alla vendita di azioni, debito sovrano e credit default swaps allo scoperto senza copertura (tali vendite vengono chiamate in gergo borsistico nacked).

L’accordo, preso in tempi brevissimi rispetto a quelli soliti degli enti europei, ha l’obiettivo di dare maggiore stabilità e di garantire maggiori informazioni su tutte quelle transazioni che attualmente risultano essere poco chiare.

Ma al di la delle valutazioni tecniche a nostro avviso è molto interessante vedere come in seguito a questo accordo sono dati maggiori poteri di regolamentazione ai cosidetti regolatori, come l’Esma, il comitato europeo che vigila sulla stabilità finanziaria.

Da luglio del prossimo anno, infatti, l’Esma potrà decidere di restringere temporaneamente le vendite allo scoperto o, al contrario, decidere di sospenderle (sempre temporaneamente) per mantenere una sorta di equilibrio ed evitare da un lato altre bolle finanziarie e dall’altro crisi di liquidità sui mercati del debito.

Con la regolamentazione che porta a restrizioni su short selling e Cds si cerca, inevitabilmente, di avere un maggiore controllo sui mercati e di diminuire le vendite allo scoperto non coperte che possono creare non pochi problemi in determinate condizioni di mercato.

L’unico aspetto ancora da chiarire e che potrebbe lasciare aperta la porta ad eventuali future correzioni dell’accordo è la possibilità dei singoli Stati dell’unione di ricorrere ad periodo un esenzione dal divieto per le transazioni sui Cds naked che potrà arrivare fino ad un massimo di 12 mesi rinnovabili di ulteriori 6 mesi.

Quello che sembra, a prima vista, è che questo sia il primo passo verso una maggiore regolamentazione dei mercati per evitare che in futuro si possano verificare con tale facilità bolle speculative. Non resta, quindi, che aspettare il 2012 per verificare i reali effetti di questo accordo così da capire che impatto potrà avere sui mercati e sul debito sovrano dei singoli stati.

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