Basilea 3 comporterà un inasprimento dei coefficienti patrimoniali da parte delle banche. Il che, in termini più concreti, potrebbe voler dire costringere gli istituti di credito a ricapitalizzarsi, con miglioramento della propria stabilità e, conseguentemente, maggiore tutela per l’incolumità dell’intero sistema bancario ed economico nazionale e internazionale.
La domanda tuttavia è un’altra: quanto dovranno ricapitalizzare le banche per poter rispettare i nuovi parametri stabiliti dal Comitato di Basilea? A domandarselo sono un po’ tutti, compresa la Repubblica che, in partnership con Bloomberg Finanza, ha cercato di tracciare una guida utile per i principali istituti di credito.
Si scopre così che le principali banche italiane dovranno rafforzarsi patrimonialmente, ma dovranno farlo probabilmente meno delle proprie colleghe europee. Per Intesa Sanpaolo, ad esempio, è prevista una stima compresa tra i 3 e i 6 miliardi di euro. Sempre meno di quanto dovrà fare Unicredit, per la quale è prevista una ricapitalizzazione tra gli 8 e i 13 miliardi di euro.
Tra le principali banche europee, spicca soprattutto l’intervento stimato in Deutsche Bank, con una previsione di ricapitalizzazione che oscilla tra i 5 e i 17 miliardi di euro. In linea con quanto sopra è Commerzbank, con ricapitalizzazione presunta tra gli 8 e i 10 miliardi di euro. BNP Paribas potrebbe invece accontentarsi di rafforzarsi patrimonialmente per 3 miliardi di euro, anche se la stima più pessimista prevede un intervento per ben 13 miliardi di euro.
Ancora, per Santander prevista cura “ingrassante” tra i 4 e i 10 miliardi di euro, in sintonia con quanto stimato per Societe Generale (tra i 5 e gli 8 miliardi di euro). Potrebbe infine cavarsela con un solo miliardo di euro la BBVA, a cui però potrebbero altresì non bastarne 9 nell’ipotesi contraria.