Il decesso di Steve Jobs ha certamente chiuso un’epoca dorata per Apple. La dimostrazione, sottolineano i più pessimisti, la si è avuta durante l’ultima presentazione dell’iPhone 4S. Chi si attendeva grandi novità, ha dovuto ripiegare su significativi miglioramenti tecnici, ma poche innovazioni creative che avevano invece contraddistinto la gestione Jobs.
Il risultato dell’amministrazione dell’era Jobs ha portato il marchio Apple a valere circa 33 miliardi di dollari, e l’intera società ad avere una capitalizzazione oltre i 350 miliardi di euro. Più o meno, sottolinea La Repubblica, quanto valgono le banche di tutta l’Europa, e l’intera Argentina, collocando l’ipotetica nazione Apple al 28mo posto tra i Paesi del mondo.
Quotata a 22 dollari il 12 dicembre 1980, oggi il titolo vale quasi 380 dollari, per un rendimento pari a 1.618 punti percentuali in 31 anni. In altri termini, chi ha investito un dollaro 31 anni fa, mantenendo il biglietto sul proprio portafoglio, ha visto la banconota trasformarsi in ben 13.645 dollari. A ciò occorre aggiungere le cedole del primo periodo, poi sospese dal 1995, ultimo anno nel quale la Mela Morsicata ha staccato un dividendo.
Nel solo 2011, anno nefasto per l’economia internazionale, la società ha potuto annoverare 78 miliardi di ricavi al 30 settembre, con 19,3 miliardi di utili netti, in incremento di 20 punti percentuali rispetto al 2010. Occorrerà ora comprendere in che modo la società possa assorbire la definitiva scomparsa del suo storico manager, che si era ad ogni modo defilato sempre più negli ultimi mesi, preannunciando sostanzialmente il passaggio di epoche.