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Disoccupazione: a Giugno resta all’8%

L’Istituto Nazionale di Statistica ha recentemente pubblicato gli ultimi dati relativi all’andamento della disoccupazione sul suolo italiano: dati che sono in parte positivi, e che dimostrano come il numero dei disoccupati sia sceso a quota due milioni di unità, contro un numero di occupati pari a 22.917.000, in calo di 0,1 punti percentuali (14 mila unità, in termini assoluti) rispetto al mese di maggio.

Come conseguenza di quanto sopra, il tasso di disoccupazione è rimasto stabile intorno all’8%, avendo dato seguito a una flessione molto bassa (lo 0,021% in meno) rispetto a quanto riscontrato nel corso del mese di maggio: un tasso che è pertanto il medesimo da due mesi a questa parte, e che dimostra una rigidità alle contrazioni.

Più nel dettaglio, l’Istat sostiene che il numero degli occupati italiani sia pari a 22,9 milioni di unità, in lieve flessione rispetto a maggio, ma in incremento di 0,1 punti percentuali rispetto allo stesso periodo del 2010.

Sul fronte dei c.d. “inattivi”, si registra un incremento soprattutto nella componente maschile, che fa rilevare un aumento di 0,3 punti percentuali in confronto al mese precedente (circa 19 mila unità in termini assoluti) e di 1,8 punti percentuali su base annua. Stabile su base mensile la componente inattiva femminile, mentre su base annua si rileva un incremento di 0,7 punti percentuali.

Stabile altresì l’occupazione maschile, che controbilancia una leggera diminuzione di quella femminile (- 0,2%), pur in aumento dello 0,4% su base annua. Per quanto infine riguarda l’occupazione giovanile, il tasso di disoccupazione è in questo caso pari al 27,8%: sicuramente tanto, ma in diminuzione dello 0,4% rispetto al periodo di confronto precedente, e il livello più basso dall’inizio dell’anno.

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2 commenti su “Disoccupazione: a Giugno resta all’8%”

  1. Speriamo che in futuro possa diminuire il nostro tasso di disoccupazione, ce n’è bisogno per rilanciare l’economia.

  2. Mi trovi perfettamente d’accordo… un tasso di disoccupazione basso entro valori accettabili (ossia un 5%) sarebbe molto utile per far ripartire l’Italia.

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