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Fiat: 30mila in Cassa Integrazione

Si sono fermate ieri, e fino al 5 Marzo, le fabbriche della Fiat che metterà 30 mila lavoratori in Cassa integrazione. La crisi economica, infatti, ha colpito in maniera estremamente dura il settore dell’auto e anche la casa torinese non è stata esente da un fortissimo calo delle vendite che ha costretto i vertici aziendali a decidere la chiusura temporanea degli impianti. Secondo Marchionne ci sarebbe un eccesso di capacità produttiva rispetto alla reale domanda di vetture in Europa. Richiesta che continua a calare di anno in anno segno che il mercato non è più in grado di assorbire la produzione delle singole aziende.

fiat

La notizia, che era già stata annunciata a fine Gennaio, è una conseguenza del mancato arrivo degli incentivi auto con cui la Fiat sperava di poter garantirsi un anno di vendite su livelli in linea con il 2009. Il mercato delle auto nuove è fermo e senza incentivi sono previsti ordini in calo rispetto alle previsioni.

La cassa integrazione, secondo i vertici Fiat, è indispensabile per riallineare i livelli produttivi dell’azienda alla domanda che, tra l’altro, nella prima decade di febbraio ha fatto registrare una diminuzione del 50% rispetto a Dicembre.

La preoccupazione di sindacati e lavoratori riguarda il resto dell’anno: se il mercato dell’auto non farà segnare un’inversione di tendenza sono previsti altri periodi di cassa integrazione per i lavoratori.

Tutto questo a pochi giorni dalla notizia sui bonus che i vertici dell’azienda, Marchionne e Montezemolo in testa, hanno ricevuto per i risultati.

Precisando che il caso Fiat rientra nella norma della quasi totalità delle aziende internazionali, il mio interrogativo è: fino a quando verrà permesso che si licenzino lavoratori, si usi la cassaintegrazione, si chiudano fabbriche e i manager prendano compensi milionari?

Purtroppo, per il momento, questa domanda difficilmente troverà una risposta che possa ritenersi accettabile.

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