Nonostante la delibera dell’Agcom che ordinava aSky di adeguare, dal 29 settembre, le Condizioni generali d’abbonamento, addebitando all’abbonato, nel caso voglia rescindere il contratto, solo un costo massimo di € 11 tutto rimane come prima tutto resta come prima. Infatti le penali sono rimaste invariate e vanno da 225 a 30 euro a seconda dei casi. Questo aspetto è assolutamente intollerabile perchè si rischia, di fatto, che l’operato dell’agcom diventi non vincolante per le aziende che operano nel mercato italiano con un danno incalcolabile per i consumatori.
A denunciarlo è l’Adiconsum, l’importante associazione dei consumatori di cui più volte abbiamo sottolineato l’impegno, che, tra l’altro, si impegna a dare battaglia per far si che venga applicata la legge Bersani per tutelare i diritti degli utenti.
A quanto pare Sky, da parte sua, avrebbe fatto ricorso al TAR mantenendo la possibilità (fino a conclusione del ricorso) di applicare le suddette penali in caso di rescissione anticipata del contratto.
In questo modo il cliente sarebbe di fatto obbligato a mantenere per un anno il contratto per non dover pagare le pesanti penali imposta da Sky, perchè a conti fatti è meglio non rescindere il contratto.
Sky, da parte sua si difende sostenendo che le cluasole contrattuali devono essere lette dai clienti prima della firma.
Ovviamente non mi esprimo in merito, limitandomi a presentare la notizia così com’è. Saranno gli organi competenti a giudicare se l’operato di Sky è o no in linea con le attuali leggi in vigore nel nostro paese. Quello che appare certo è che sia anche nell’interesse dell’azienda essere quanto più trasparente possibile così da poter offrire un valore aggiunto non indifferente ai propri clienti.
Per questo è auspicabile che nei prossimi anni vi possa essere una maggiore concorrenza che renda tutto il sistema televisivo meno caro e più adeguato alle esigenze dei consumatori.