Secondo Mario Draghi, attuale governatore della Banca d’Italia, ci sarebbero le condizioni per una eventuale ripresa dell’economia già dal 2009. Secondo Draghi l’Italia non corre alcun rischio particolare rispetto agli altri paesi europei e la sofferenza, come per gli altri, sta nella flessione dell’export e nella “stagnazione” dei consumi che potrebbero dare vita ad un periodo di bassissima crescita portando ad una stagnazione della nostra economia.
Se sussisteranno alcune condizoni fondamentali come l’apprezzamento del dollaro sull’euro e un ulteriore diminuzione del prezzo del petrolio, già dal 2009 si avranno i primi segni della tanto attesa ripresa economica.
Secondo il governatore, ciò dipenderà anche dall’andamento dell’economia americana in quanto una mancata ripresa potrebbe rallentare anche i paesi della zona euro.
In particolare quei paesi che dipendono in maniera consistente dalle esportazioni oltre oceano, per i quali l’economia americana in lenta ripresa potrebbe rappresentare un problema. Parliamo, in particolare, di Italia, Francia e Germania, ossia le prime 3 economie dell’area euro.
Meglio andranno quei paesi che hanno saputo tessere rapporti commerciali con la Cina, l’India e il Brasile le cui economie sembrano non risentire (o al massimo in minima parte) dell’attuale crisi economica visto che continuano a far registrare valori di crescita davvero invidiabili.
Proprio le economie in via di sviluppo (anche se ormai è davvero riduttivo definirle in questo modo) rappresentano la vera ancora di salvezza di aziende e stati che fanno dell’export un punto di forza della propria economia. Questo perchè i mercati occidentali, o meglio quelli delle cosidette potenze economiche, sono ormai saturi mentre altri paesi in fase di crescita hanno una capacità di assorbimento di prodotti e servizi decisamente più alta.
Insomma c’è da aspettarsi un periodo difficile per banche, aziende e stati.
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