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Quanto rischiano i correntisti del Monte dei Paschi?

I recenti scandali che hanno investito il Monte dei Paschi di Siena ha posto un pesante interrogativo tra tutti i correntisti della banca: Il Monte dei Paschi può fallire? Che fine faranno i soldi depositati sui conti correnti bancari? Visto che il mio obiettivo è quello di offrire una visione per nulla banale della situazione è bene partire dall’inizio ricapitolando, brevemente, quello che è successo negli ultimi giorni. MPS ha fatto sapere che chiuderà l’esercizio 2012 con una pesantissima perdita che dovrebbe essere superiore ai 2 miliardi di euro (di quanto superiore non ci è dato sapere…). Questa perdita va ad aggiungersi a quella del 2011 di oltre 4 miliardi di euro. Insomma la situazione della Banca è quanto meno disastrosa.

monte dei paschi di siena

Queste perdite (2012 e 2011) sono dovute ad operazioni su derivati (quindi ad altissimo rischio) che sono state sbagliate e che stanno dando il colpo di grazia ai bilanci della società già sotto forte pressione in seguito all’acquisizione di Antonveneta. Intanto per tamponare la situazione Mps è stato costretto a far ricorso all’aiuto pubblico sotto forma di 3,9 miliardi di Monti-bond. Soldi pubblici che, con ogni probabilità, non verranno mai restituiti.

Se così fosse ancora una volta gli italiani dovrebbero convivere con il paradosso di aver salvato una banca proprio in un momento storico in cui le banche stanno strozzando l’economia rifiutando di erogare finanziamenti ai privati e alle aziende o facendolo a costi elevatissimi.

A questo punto, fatta questa veloce premessa, veniamo al nocciolo della questione… cosa rischiano i correntisti della banca? Lasciare i soldi sui conti bancari del Monte dei Paschi è sicuro?

Stando a sentire quanto detto dal ministro dell’Economia Vittorio Grilli, che ha ribadito che la “Banca Monte dei Paschi di Siena ha una situazione patrimoniale complessiva solida e le tensioni che l’hanno riguardata non producono effetti sul sistema bancario nel suo complesso“, non si rischierebbe nulla.

Ovviamente non è esattamente così tant’è che da tempo tra gli addetti ai lavori si parla di nazionalizzazione della banca come unica soluzione per evitarne il default. Default che al momento ritengo sia davvero molto difficile. Questo perchè l’Italia non può permettersi di far fallire la terza banca del paese altrimenti anche le prime 2, Unicredit e Intesa, ne subirebbero dei gravissimi contraccolpi con ripercussioni inimmaginabili.

Inoltre i correntisti sono tutelati dal Fondo di garanzia interbancario per un massimo di 100 mila euro a conto corrente. Insomma la situazione, per quanto delicata, resta ancora sotto controllo. Tuttavia il consiglio è quello di restare sempre con gli occhi ben aperti e, nel caso le cose dovessero degenerare, essere pronti a intervenire tutelando il proprio capitale.

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