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Spagna: attenzione alla bomba Bankia

Con nostro grande stupore la notizia non ha avuto un gran risalto tra i media italiani eppure si tratta di una vera e proprio bomba. La Spagna, infatti, si appresta a salvare la prima banca iniettando circa 10 miliardi di euro (parliamo di soldi pubblici) nelle casse di Bankia. La notizia, gravissima, rischia di passare in sottotono. Ormai, quasi ogni giorno, arrivano notizie negative che gettano pessimismo sull’esito della crisi per l’Europa. Ieri, infatti, le borse hanno vissuto l’ennesima giornata di passione per colpa della Grecia visto che le forze politiche uscite dalle elezioni non sono in grado di formare un governo. I nostri lettori erano ampiamente a conoscenza del pericolo (ne avevavamo parlato qui) e quello che sta accadendo è, non a caso, l’ipotesi più negativa tra quelle da noi propsettate. Ora, mentre tutti guardano alla Francia e, sopratutto, alla Grecia il rischio che il colpo di grazia arrivi proprio dalla Spagna è altissimo.

La questione di Bankia è molto delicata tanto che i cittadini spagnoli si sono infuriati minacciando una manifestazione contro l’intervento dello stato. D’altronde in un momento di grandissima difficoltà economica in cui il paese deve fare i conti con una disoccupazione oltre il 20% non va proprio già che vengano utilizzati 10 miliardi per salvare le casse di una banca.
Tuttavia è bene andare con ordine e cercare di capire qualcosa di più sulla vicenda.

Per prima cosa bisogna dire che Bankia (Banco Financiero y de Ahorros) è un istituto di credito nato, nel vicino 2010, dalla fusione di 7 banche: Bancaja, Caja Madrid, Caja Insular de Canarias, Caixa Laietana, Caja de La Rioja, Caja Ávila e Caja Segovia.

Il gruppo bancario oggi rappresenta il terzo gruppo bancario della Spagna e muove qualcosa come 300 miliardi di asset. Ma oltre alle dimensioni va considerato il peso politico dell’isituto di credito visto che proprio sul progetto Bankia si basavano le fondamenta della ristrutturazione del credito spagnolo.

A questo punto il premier Rajoy, nonostante si fosse detto non propenso ad aiutare le banche in difficoltà per via della crisi è stato costretto ad affermare che “Se fosse necessario riattivare il comparto creditizio e salvare il sistema finanziario spagnolo, non escluderei l’utilizzo di fondi pubblici, come hanno fatto tutti gli altri Paesi europei“.

Insomma si è rimangiato gran parte di quello che aveva affermato fino ad oggi. Tuttavia c’è anche da sottolineare che queste affermazioni sono state prontamente smentite dal ministro dell’economia Spagnolo che ha ribadito che è da escludere, in modo categorico, un salvataggio di Stato per Bankia. Il ministero pur assicurando appoggio a Bankia ritiene che sia dovere del managment rafforzare la situazione dell’istituto di credito ora in difficoltà.

Ora solo il tempo potrà dirci chi dica la verità e chi no. Quello che è certo è che la situazione nel paese iberico è gravissima perchè, nonostante un debito pubblico relativamente basso, nessuna economia può andare avanti con un livello di disoccupazione tanto alto.

Il titolo, ieri, ha perso il 4,46%. Non molti se pensiamo ai rischi che potrebbe causare la necessità di un intervento del governo per evitare il fallimento della banca. Tuttavia l’attenzione era tutta concentrata sulla Grecia e sugli sviluppi relativi alla mancata formazione del governo.

Insomma anche se può sembrare paradossale l’attenzione si è spostata dalla Spagna verso Grecia e Francia. Tuttavia presto ci potrebbero essere nuove tensioni sul comparto bancario spagnolo quindi, il nostro consiglio è quello di prestare molta attenzione se si opera sui mercati finanziari in un contesto tanto difficile.

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