E’ la Spagna che, ora, fa tremare l’Europa. A lanciare l’ennesimo allarme sullo stato di salute ci pensa la banca americana Citi che, nell’ultimo rapporto diffuso ieri, ipotizza che il governo di Madrid possa aver bisogno di attingere a qualche forma di aiuto da parte dell’Unione Europea. Un’ipotesi estremamente pericolosa che potrebbe rendere nulli gli sforzi fatti fin’ora per evitare il contagio della crisi verso gli altri paesi del vecchio continente. Ma un eventuale “caso grecia” che coinvolga la Spagna potrebbe dare vita ad una crisi senza precedenti con ripercussioni drammatiche per l’intera Europa, Italia compresa. Se si pensava al Portogallo come possibile pericolo numero 1, ora a preoccupare sono i conti della Spagna che, è bene ricordarlo, ha un’economia ben più grande di quella di Lisbona.
I vertici del paese e quelli dell’Unione Europea hanno, ovviamente, smentito tutto ribadendo che la Spagna non ha assolutamente bisogno di nessun tipo di aiuto da parte degli altri paesi dell’Unione. Tuttavia secondo la banca americana i conti del paese iberico per il 2012 non saranno conformi alle stime del governo. Gli analisti di Citi, infatti, prevedono una contrazione del pil pari al 2,7% contro l’1,7% ipotizzati dalle auorità spagnole.
Se ciò si dovesse verificare la Spagna non riuscirebbe a centrare gli obiettivi di deficit al 5,3% del pil per il 2012 con il rischio di dover avviare una ristrutturazione del proprio debito. Un’eventualità che potrebbe dar vita ad un nuovo contagio all’interno degli stati membri dell’UE.
Per quanto riguarda l’economia reale il vero nodo della Spagna è rappresentato dall’altissimo tasso di disoccupazione che, nel 2011, si è assestato a quota 22,85% (il 49% tra i giovani) stabilendo un record negativo tra i paesi europei. A questa va aggiunto che le stime parlano di un ulteriore rialzo per l’anno in corso con una percentuale che dovrebbe salire oltre il 24%.
L’unica nota positiva è il basso debito pubblico che, da sempre, caratterizza l’economia del paese e, in qualche modo, lo mette al riparo da scenari drammatici. Tuttavia se guardiamo all’eurozona nel suo complesso risulta evidente quanto sia delicata la situzione. Dopo il default tecnico della Grecia, la crisi di Portogallo e Irlanda, ora ci si mettono anche la Spagna e la virtuosa Olanda.
A ciò va aggiunto anche il caso dell’Italia. Il nostro paese continua a viaggiare sul filo del rasoio, come testimonia lo spread a quota 330 pronto a riesplodere alla prima occasione. I dati macroeconomici che arrivano dalla nostra economia, infatti, fanno prospettare ancora almeno 2 anni di fortissime sofferenze con le famiglie costrette a tagliare drasticamente i consumi per evitare la bancarotta.