La crisi del debito continua a mietere vittime in Europa. Stvaolta tocca all’Ungheria, un paese in grandissima difficoltà, il cui debito è stato valutato da Fitch “BB+”, ossia alla stregua di un titolo spazzatura. Secondo l’agenzia di rating i titoli di stato ungheresi sono altamente pericolosi in quanto la situazione di bilancio del paese è drammatica e la recente decisione del parlamento di svincolarsi dal controllo della BCE ha prodotto l’interruzione dei negoziati per gli aiuti finanziari chiesti dal paese pochi giorni fa. Siamo, quindi, dio fronte alla crisi dell’Ungheria? Che ripercussioni potrebbe avere per l’Italia?
In sostanza si potrebbe affermare che l’Ungheria sia davanti ad un bivio che potrebbe portare il paese verso l’isolamento dall’Europa con conseguenze molto difficili per la sua economia nazionale. Inoltre, seppur le apparanze non facciano pensare a collegamenti rilevanti per la nostra economia, qualche ripercussione potrebbe esserci anche per l’Italia.
Una delle nostre principali banche, Unicredit, è anche uno dei più importanti istituti di credito in Ungheria. Una forte crisi del paese potrebbe accentuare i drammatici problemi che la banca sta avendo in questi giorni con un calo del suo titolo in borsa che ha fatto registrare un -30% in soli 2 giorni.
Ma oltre a Unicredit preoccupa anche la situazione di Intesa Sanpaolo altra banca che può vantare un forte presenza sul territorio ungherese. A conferma della crisi del paese dobbiamo riportare il risultato dell’asta dei titoli ungheresi del 5 Gennaio che si è rivelata un vero e proprio flop. Si dovevano piazzare circa 45 miliardi in titoli di stato a 12 mesi ma ne sono stati piazzati solo 35 e ad un tasso di interesse in forte aumento (9,96% contro il 7,91% dell’asta di fine dicembre).
Insomma una situazione che richiede un monitoraggio costante e attento da parte dell’Europa per evitare un’escalation della crisi del debito che possa diventare incontenibile.
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