Che gli italiani non sentano la crisi è sempre più improvabile. Basti pensare che solo nel corso del 2011 sono fallite circa 9 mila imprese. Parliamo di un dato altissimo che, essendo aggiornato a settembre, stà a significare che ogni giorno sono fallite più di 30 aziende. Ma il dato risulta essere ancora più sorpredente se consideriamo che consideriamo che l’aumento di fallimenti rispetto al 2010 è dell’8,7% e del 35,5% rispetto al 2009.
Un danno enorme che ha avuto impatti pesantissimi sull’occupazione come testimoniano i numeri di questi ultimi mesi che parlano di una disoccupazione all’8,3% e di una disoccupazione giovanile che è arrivata in prossimità del 30%.
Ma quali sono i settori che sentono di più la crisi economica?
Facendo un’analisi accurata dei dati possiamo confermare che uno dei settori più colpiti dalla crisi sia proprio quello edile visto che ben 1000 aziende, sulle quasi 9 mila fallite, rientrano proprio in questo settore. L’edilizia, in effetti, ha attraversato degli anni d’oro nel corso del 2000 con una crescita esponenziale di fatturato. Tuttavia da qualche anno a questa parte il mercato delle nuove costruzioni si è fermato e quello delle ristrutturazioni vive di alti e bassi.
Le cause principali sono da ricercare, ovviamente, nella crisi economica e tutto quello che direttamente o indirettamente ha comportato. Non per ultima la stretta sul credito decisa dalle banche che ha tagliato fuori molti italiani (specialmente giovani coppie) dalla possibilità di accedere al credito, requisito fondamentale per poter acquistare un immobile.
Certo il settore edile non è l’unico ad aver risentito della crisi ma è, sicuramente, uno dei più importanti per la nostra economia visto e considerato l’elevato numero delle aziende e di forza lavoro impiegata.
Quali settori non sono in crisi?
Molto interessante è anche porsi l’interrogativo di quali siano i settori non in crisi, ossia in quali settori il calo dei consumi si è fatto sentire meno non tanto per la bravura delle aziende stesse quanto proprio per una minore influenza della crisi stessa sui risultati aziendali..
In questo caso dobbiamo riscontrare che le aziende specializzate in beni di lusso stanno facendo registrare ottimi numeri come testimoniano anche gli ultimi dati diffusi sulla Ferrari che hanno mostrato un fatturato con ricavi in crescita del 19% e un aumento delle consegne del 12%.
Ma tra gli altri settori non in crisi non possiamo non citare quelle aziende che hanno puntato il proprio business su internet. Ne è l’esempio più lampante Groupon, famosissima azienda che specializzata nella vendita di coupon per usufruire di beni e servizi a prezzi scontati, che al suo esordio sulla borsa di New York ha fatto registrare un incremento del valore delle azioni del 40%.
Ma oltre a questo caso di eccellenza è possibile affermare che in molti settori la scelta di puntare su internet non solo per “essere presenti” ma, anche e sopratutto, come “canale di vendita” ha premiato molte aziende sia di piccole che di medie e grandi dimensioni.
Anzi, per molte di queste aziende (come groupon ad esempio), è ipotizzabile che la crisi abbia dato la spinta vincente. La diminuzione del potere di acquisto, infatti, ha spinto molti italiani ha vincere la proverbiale diffidenza verso gli acquisti online pur di poter risparmiare sull’acquisto di prodotti e servizi.