Mentre già qualche ottimista comincia a pensare ad una possibile ripresa sull’onda delle buone perfornce degli ultimi giorni in borsa ci pensa Trichet a riportare tutti con i piedi per terra. Anzi, veramente le parole del presidente uscente della Banca centrale Europea fanno letteralmente sprofondare.
Secondo Trichet, infatti, l’Euoropa è ora al centro della crisi globale e nelle ultime 3 settimane la situazione è degenerata in maniera estremamente veloce. Tanto veloce che Trichet sollecita (forse per l’ultima volta) tutti i paesi dell’eurozona a fare in fretta prima che sia troppo tardi.
L’allarme, infatti, arriva dalle banche troppo esposte nei confronti dei paesi in difficoltà e con troppi titoli definiti tossici nei propri forzieri. Trichet invoca un impegno immediato ironizzando in maniera piuttosto seccata sul rinvio del vertice dei paesi dell’eurozona che è stato spostato al 23 ottobre.
Intanto a Piazza Affari sono bastate queste poche parole per far invertire immediatamente rotta ai mercati con i titoli del settore auto (vedi Fiat Industrial) e del settore assicurativo (vedi Fondiaria – Sai) che hanno trascinato giù le borse.
Per quanto riguarda le banche il presidente della BCE ha affermato che sono aumentati in maniera importante i rischi di liquidità degli istituti di credito e si è detto favorevole all’uso del fondo salva stati Etsf per procedere alla loro ricapitalizzazione non appena ce ne sia la necessità.
Infine Trichet si è detto d’accordo con il salvataggio della Banca Dexia (che consiste in un accordo trilaterale tra Lussemburgo, Francia e Belgio che costerà circa 4 miliardi di euro) ma ancora una volta ribadisce sulla necessità di fare presto sostenendo che non basta prendere le decisioni giuste ma occorre, anche, applicarle in tempi estremamente rapidi.
Le parole del presidente uscente della Bce tracciano un quadro preciso della situazione sottolineando le tantissime che dovrà affrontare il nuovo presidente, Mario Draghi, non appena si insedierà al comando. Ruolo quanto mai difficile perchè oltre a dover gestire la tempesta finanziaria che si abbaterà sull’euro non appena si procederà con il default della Grecia (visto che ormai appare quanto mai inevitabile nonostante gli ultimi sforzi per salvare il paese) e al tempo stesso dovrà fare i conti con una classe politica impegnata a difendere i propri interessi di partito nei rispettivi paesi.