Lo avevamo già detto nei giorni scorsi: le banche hanno più difficoltà a reperire fondi sui mercati e questo si ripercuote sugli spread, che aumentano, e sulla severità con cui vengono effettuate le valutazioni di rischio. Se da un lato, infatti, diminuiscono i mutui concessi per il 100% del valore di un immobile dall’altro cambiano volto anche le perizie. Ora, infatti, le perizie verranno gestite direttamente dalla banca affidansosi a consulenti esterni di società specializzate come Praxi o Crif e non da consulenti interni come è sempre stato. Un cambiamento molto significativo con cui gli istituti di credito tantano di arginare le sofferenze.
Questo è stato deciso per evitare le cosidette “perizie gonfiate“, ossia perizie che valutino l’immobile al di sopra del suo reale importo magari approfittando di eventuali optional.
Le perizie, quindi, saranno rigorosamente calcolate in base a importi predefiniti stilati in funzione del reale valore di mercato dall’Agenzia del Territorio che, di fatto, diventa un vero e proprio punto di riferimento. L’istituto di credito potrà scegliere il perito attingendo ad una banca dati comune di professionisti condivisa con tutti gli altri istituti.
Il costo della perizia rimarrà a carico del cliente (la cosa è a discrezione della banca e in alcuni casi viene rimborsata una volta che l’esito del mutuo è positivo) e il suo importo si aggirerà sempre su una cifra compresa tra i 275 e i 300 euro massimo.
Insomma una manovra decisa dalle banche per evitare problematiche legate a richieste di finanziamenti superiori al valore dell’immobile che nel lungo periodo possono creare problemi non indifferenti alle stesse banche e ai propri clienti.
Fenomeno questo che fino ad un paio di anni fa era una pratica molto più diffusa di quello che si potrebbe immaginare e che in tempi di crisi economica le banche non sono più disposte ad accettare anche in seguito alla stretta sul credito che hanno imposto per evitare di veder aumentare le sofferenze.