Che il mercato del lavoro italiano non godesse di una splendida salute era ben noto. Ora però anche Unioncamere arriva a legittimare i commenti negativi sul nostro scenario occupazionale, arrivando a prevedere che entro la fine del 2011 il mercato delle carriere italiane brucerà circa 88 mila posti di lavoro, “figli” della crisi economica che sta colpendo il nostro Paese, il nostro Continente, il nostro mondo.
La ricerca condotta da Unioncamere arriva così ad arricchire una situazione statistica e previsionale già di per sé molto negativa, e lo fa attraverso un’analisi ritenuta molto attendibile, visto e considerato che si basa su un sondaggio molto esteso compiuto sulle aziende con almeno un dipendente, una platea che in Italia si aggira intorno al milione e mezzo di unità.
Ebbene, stando a quanto affermato da Unioncamere, nel 2011 il saldo del mercato del lavoro sarà negativo per quasi 90 mila unità. A dirlo in termini percentuali l’effetto è lo stesso: – 0,7% rispetto alla fine dello scorso anno per quanto concerne i lavoratori con contratto di lavoro subordinato, prevalentemente all’interno delle piccole e medie imprese del Sud Italia.
Tutto male, dunque? Non proprio, poiché ad essere irriducibilmente ottimisti, si potrebbe considerare che in effetti il 2011 si potrebbe concludere meglio dello scorso biennio, valutato che nel 2009 il saldo del mercato occupazione era stato pari a – 213 mila unità (cioè l’1,9% in meno) e nel 2010 pari a – 178 mila unità (ovvero, – 1,5% su base annua).
Insomma, il declino del mercato occupazionale sembra in fase di attenuazione, eppure ciò non basta per far stimare una netta inversione di tendenza nel corso del breve periodo. Anzi, secondo quanto appare da altre osservazioni in corso di pubblicazione, le condizioni del mercato del lavoro italiano dovrebbero rimanere particolarmente deteriorate anche per l’intero 2012.