Il prestito rappresenta un importante fonte di finanziamento per le imprese. Per qualsiasi realtà imprenditoriale avere una linea di credito per affrontare investimenti, ritardi nei pagamenti o per superare momentanei difficoltà dovute a incertezze di mercato è fondamentale per assicurare continuità al proprio lavoro. Tuttavia sussiste una differenza importante tra i finanziamenti alle piccole aziende e quelli alle grandi realtà che operano a livello nazionale o, addirittura, internazionale. Le aziende di piccola o media entità ottengono con maggiore difficoltà i prestiti per svariati motivi: l’istituito a cui si rivolgono pretende determinate condizioni di garanzie che se la fabbrica vive un momento di grande crisi certo non può offrire, non ha abbastanza ‘forza’ per cercare di ottenere di credito, e i finanziatori privati sono una vera rarità.
Un impresa molto grande che opera nel settore industriale riesce ad arginare meglio i momenti di crisi soprattutto perché le banche le offrono credito.
Tutto ciò è stato ampiamente enfatizzato in questo periodo di crisi economica dove le piccole aziende sono state letteralmente devastate dalla crisi di liquidità dovuta alla stretta creditizia applicata dalle banche che ha accentuato il problema.
In questi ultimi due anni sono tante le piccole realtà che si sono viste costrette a chiudere perché non riuscivano a far fronte ai debiti e quindi hanno contribuito significativamente ad aumentare il tasso di disoccupazione, una realtà che conta 20 dipendenti merita una tutela maggiore perché molto più fragile, ma sembra proprio che le cose non stiano così.
Le testimonianze maggiori giungono dal mezzogiorno dove aprire un attività in proprio è molto difficile per mancanza di fondi e quando una banca rifiuta la tua richiesta di prestito la situazione non può far altro che peggiorare.
Il prestito dovrebbe avere la medesima funzione per qualsiasi realtà economica perché ciascuna, seppur in modo significativamente diverso, contribuisce a fornire lavoro.
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